Vorrei iniziare come inizieresti tu, per stravolgere o capovolgere il mio solito. Invece inizio esattamente a caso, come sempre. Da un posto che si chiama Altrove. La fortuna, ma anche sfortuna, di trovarsi ad Altrove è che da qui si vedono molte cose, quasi tutte. Persino quelle inaccessibili, quelle che neghiamo a noi stessi, quelle complicate e da interpretare come il futurismo, pure quelle chiare e sottili che si guardano e non si vedono. E tutte queste cose appartengono all’impalpabile, al forse, alla fantasia di prima scelta. Quindi vedere è quasi come non vedere – e qui sta la vera e propria fortuna e sfortuna – in mancanza di riscontro tutto può essere splendido e tragico, delicato e violento, vicino o disperso. Non fa differenza ad Altrove, ed è invece la differenza a rendere tutto indispensabile. Tutti.
Ti scopri con le mani libere, muri, ma puoi. Partecipazione alla vita garantita, invito accettato malgrado fosse una sconosciuta. Ti scopri a chiedere alla tempesta la calma, è così ovvio il vuoto tra una pulsazione e l’altra ma non altrettanto che continuino in quel modo, ti scopri a chiedere alla strada la strada da fare.
Ti scopri quando la prima pelle tocca aria e il buio accende, fino agli angoli. Si accende lo sguardo lontano. Ti scopri quando senti che puoi, fare spazio a quel disordine. C’è un biglietto platea nominativo valido solo per uscire. Ti scopri quella e poi sempre un’altra. Scompigliata tra i calendari, sicura davvero, i giorni sono pieni di buche e dossi e la velocità è tutto se non si vuole finire sbalzati oltre Luna.
Ti scopri, sì, quando c’è caldo e si può giocare anche nei giochi dei bambini. Vedo fin lì, con le mani legate e la miopia di serie. Un conto è leggere e un altro scrivere, scoprirsi è scrivere. Leggere è decidere un senso e una destinazione. Prendere un piccolo giro o volare lontani dai fondi delle pattumiere.
Sorrido alle tue mani libere. Le parole si convertono in pensieri inutili. Sprofondo nel cielo di Altrove.
Il tuo viaggio continua, in una specie di corsia anche se non la vedi, continua dopo la deviazione per lavori, dopo la rotonda e la stradina di qualche centro, piccolo carino e immobile. Fino alla periferia della prima pelle. Umana, coperta, un poco già livida. Ha resistito.