Le nostre pagine hanno stampato sopra un numero diverso, casualmente si trovano lontane ma, come vedi, sono ancora incollate insieme e sotto la stessa copertina. L’ultima volta è stato il vento a sfogliarti mentre io restavo fermo di cuore e di fatto. Dondolavano i pensieri, oscillavano insieme, forse. E poi c’era un mare, una spiaggia, l’ultima e impossibile da raggiungere. Non te l’ho mai chiesto. Se i sogni ti frenavano o ti spingevano. Leggera come soffio, senza la mia comparsa forse sarebbe stato meglio, che sono un peso lento difficile da far scivolare via.
Nella tua pagina 44 ho seguito righe speciali, avrei voluto leggere anche di me. Un racconto da seguire insieme all’indice, una parola che potesse sostituire tutte quelle virgole scelte con pazienza. Invece è troppo tardi per descrizioni vivide, dialoghi che prendono e portano via, addio alla fine che metta i cuori in pace. La pace non esiste, se fai zoom out si vede che è solo una tregua.
Dondolano le ombre che ci portiamo appresso, stanno sempre nella pagina successiva. Sorrisi come manifesti e stress da smaltire nella differenziata, tutto regolare. Proviamo a dare un titolo a questa giornata ora che l’umido si attacca ai lampioni e a tutte le cose che stiamo ancora pagando. Proviamo a decifrare le emozioni, le facciamo diventare da semplici a complesse. Un talento. Ascoltiamo persino il complessino che ci suona dentro mentre con i pensieri ci stiamo evitando e scopriamo che non suona bene come dovrebbe e che forse dovremmo dirci qualcosa di carino per far funzionare tutto, con le anime incollate a questa trama fitta che nessuna l’ha capita e finora è piaciuta.
Nella mia pagina 3939 c’è del bianco, di Marsiglia, di schiuma di mare, un bianco appeso come me. Non ad asciugare ma a vivere. Una stagione nella quale passerò attraverso. E tu con il modo che hai di guardarmi, il modo di farci diventare pari, di desiderarmi senza dirlo starai qualche pagina più avanti. Dopo quella delle ombre, con la tua confusione perfettamente ordinata al suo posto e con un mai sempre.
Una risposta
Sublime, lo stile di fabio è sempre riconoscibile!