Della vita ho capito poco, magari mi applico poco o semplicemente è troppa. Sarò distratto, perditempo, meno sveglio di quel che serve. Qualche pezzo manca. Sicuramente lasciare che una penna su un foglio spieghi tutto al posto tuo è meno faticoso, decisamente meno arduo del doversi sempre caricare in spalla situazioni troppo dense, sguardi addolorati, sfide perse o mancate. Più semplice che gestire le tensioni del continuo dare e ricevere, di rispondere agli equilibri imprevedibili che ci interrogano, spietati. Però alla vita puntualmente si torna, senza esserne mai usciti del tutto.
Della vita ho capito che vorrei vivere più cose, in effetti, ma non per una questione di quantità. Non per farmi chiamare campione, ho vinto, ho guardato dal gradino più alto del podio, con l’orologio che segna solo i minuti di gloria, seguitemi, copiatemi, invidiatemi. No, vorrei vivere più cose all’esterno di me per sentire più cose dentro. Fuori l’esistenza si limita, troppe barriere e insufficienti opportunità. Dentro è infinita, è da dentro che capisci se stai vivendo o meno. Vorrei vivere di più sentendo, ascoltando, per spaccare il monoblocco di indifferenza, noia e consuetudini inutili che come miliardi di micro plastiche alla deriva raccatto nel cuore. Vorrei avere quella fame che non ti fa venire la paura di ingrassare, quella fame che ha il permesso di sbagliare agli occhi di qualcuno perché non si sazia della loro approvazione. La fame del prossimo passo e di tutto quel che sarà guardato con nuovi occhi. Non di una selezione. La vita non è un menù. Il meglio che qualcuno ha scelto per te, per vendertelo.
E vorrei fare tutto il possibile, sentendo che è sufficiente, per me e per gli altri ma senza quella stanchezza di fondo che talvolta si sente ancor prima di iniziare. Uno scavo mai coperto da risposte o carezze. E vorrei rendermi conto di fare la differenza, senza la penna e senza parole. Farti splendere con il riflesso di ciò che sono, con tutto quello che di me non sei capace a rinunciare. Forse così tanta luce non la conservo nemmeno per me. Potete averla voi quando uscirà dal buio.
Lasciamo che il cuore spieghi tutto al posto mio, una stesura di getto senza correzioni e promesse a margine. È la cosa più difficile portare sé stessi in altre persone e realtà, tutte le versioni, e continuare ad essere utili nonostante il fardello di contraddizioni e punti deboli. Tenere passione ed entusiasmo stretti stretti tra tutti quegli strafalcioni che si presentano con l’impressione, con il conto, la verità, il cuore. In ogni caso non siamo da correggere con la penna rossa, mettiamola via, non siamo da spiegare. Basterà essere. Dentro e fuori, due cose diverse da vivere. In ogni caso di più.
Una risposta
Basterà essere…
come si è, senza spiegazioni, senza pretese, senza richieste, xò esser-ci.