Una candela al polo

Voglio una candela al polo, mettete una candela al polo. Ho bisogno di credere che anche un piccolo calore sappia resistere, sopravvivere senza fare male a qualcuno, come invece spesso succede alle cose che bruciano. Incapace di sciogliere ghiacciai, alzare maree, senza infastidire gli equilibri.

Vorrei essere una candela al polo anche se il polo non l’ho chiesto. Mai a corto di cera, quasi sul punto di cedere al vento forte, a volte in anticipo o in ritardo sulle mie stesse previsioni di sopravvivenza della felicità. Con il calore che basta per distinguersi dal bianco. Al posto sbagliato ma per qualche motivo, il posto vedi, mio, quindi occupato e protetto. Vorrei essere una candela al polo, faticare che sembra per niente. Brillare che sembra niente. Vivere senza tappeti e con un cielo così grande da scordare i tetti. E smettere di pensare di essere incendio, che tanto di incendi ce ne sono già abbastanza, e di avere sogni accaniti.

Vorrei essere una candela al polo, di nessuno e di tutti quelli che arriveranno fin lì. Luce, poca, luce, tanta, è solo riflesso. I tuoi occhi si fermano sulla luce più evidente. Vorrei lasciare all’aria una fiamma che sembra un sorriso da recuperare. Da ingoiare. La vita è quasi tutta da scongelare. E poi proseguire, come una pizzicata. Ad insaputa.

Mettete una candela in un pezzetto di polo, nord, sud, con l’elicottero, con l’accendino. Lasciatela alla sua stupida missione e tornate.

Nel frattempo noi spareremo a zero sul cuore fino alla fine della nostra guerra mondiale. Belli e inconcludenti e arresi, a tutte le evidenze che da sempre siamo ma che si scoprono solo durante i conflitti.

Luce, poca, luce, tanta, è solo riflesso. I nostri occhi adesso di luce fissano quella che è poca, quello che non sembra. È più complesso, più interessante. Forse adesso siamo diventati grandi davvero come la vita, quella stupida missione che ci serve per morire, arrivati a una nuova partenza. Caldo nel freddo, evidenze sulla pelle delle mani che non lasciano orme.

Alza il collo, sono tutti impegnati con le loro battaglie. Non ci resta che morire insieme, aggiungeremo un posto al cimitero dei sentimenti, abbassa la voce, alza un crisantemo. Io alzo un pensiero da non dire. E alla salute. Resisteremo tutto il tempo che ci serve per morire. Una volta per tutte. Di amore o di chissà che altro.

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Fabio Pinna

Autore e poeta. I miei libri sono scappati! Viaggiano verso librerie o sono sulle mensole dei lettori.
Adesso sono di chi li vuole. Come queste brevi storie e i flussi di pensiero da leggere in cinque minuti.

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